Dopo tantissimo tempo mi è tornata la voglia di scrivere. Ad ispirarmi è stata una donna davvero speciale.
A volte il mio lavoro mi dà la felice possibilità di conoscere luoghi molto interessanti che di mio non troverei mai. A ca. tre quarti d’ora d’auto da Merano, passando per Scena, salendo fino a 1.200 m a Talle di Sopra, abbiamo raggiunto un vecchio maso ristrutturato, il Boarbichl.
La vista su Merano da lì per me è stata del tutto nuova, della città si vede soltanto parte dell’Ippodromo, il resto è coperto da Tirolo. Quello che mi ha affascinata da subito, è stata la pace che c’era lassù, non si sentiva altro che il miagolio del micio di casa o l’abbaiare del cane da guardia.
Ad accoglierci puntuale, Sieglinde, una bella donna energica e decisa che ci racconta come lei e la sua famiglia sono arrivati fin lì. Cercavano un maso da tempo, quando finalmente hanno avuto l’occasione di comprare il Boarbichl. Il marito lavora a tempo pieno in banca e segue gli animali alle 5 del mattino e la sera quando rincasa. “Almeno uno dei due deve avere un’entrata sicura, altrimenti non funziona.” E lei, madre di tre figli, dopo aver fatto un corso professionale, da tre anni fa la casara a tempo pieno. Con il latte delle mucche del maso a giorni alterni si dedica alla produzione di vari tipi di ottimi formaggi dai nomi spassosi.
Le norme igieniche da rispettare sono severissime, tanto che per visitare le varie salette in cui si svolgono tutti i processi di lavorazione, abbiamo dovuto metterci dei copriscarpe usa-e-getta e passare per un tappeto igienizzante, promettendo di non toccare nulla in assoluto – maniglie delle porte da chiudere comprese: a quelle ci pensa sempre lei 😉
Al di là del fatto che adoro i formaggi e che naturalmente ne ho comprati alcuni, assieme a mezzo chilo di yogurt che adoro la mattina a colazione, ciò che mi ha impressionata molto è il fatto che fare la casara per Sieglinde è stata una scelta di vita. “Quando decidi di intraprendere questa strada e sei così piccolo (110 litri di latte al giorno) non esistono né ferie né il caffè con l’amica in città.” Era un’idea che frullava nella testa dei coniugi da tempo, diventata una passione da mettere a frutto con soddisfazione e che forse un giorno verrà portata avanti dal figlio che sta già facendo l’apprendistato presso un altro caseificio.
Piccole, dure, genuine e bellissime realtà che fanno riflettere.